Ciao!
Ben arrivatə a questa chiacchierata che nasce con profumo di jasmine e anice verde. 🌿
Questa è Co(spirare), una newsletter gratuita, senza pretesa e tutta carina che una volta al mese si interroga: come dare libera espressione alla nostra voce?
Respirare o… respirare! Come? (ecco la questione!)
E questo importa perché la respirazione è direttamente collegata ai flussi vitali, energetici ed emozionali ed è la materia su cui si appoggia il suono per nascere.
Nota, la respirazione è già lì, ad alimentare i processi vitali del tuo organismo. Anche prima del suono, l’entrata e uscita d’aria traduce e altera la sensazione della pelle, la percezione e la qualità della presenza.
Quasi tutto influisce sulla respirazione: un'immagine, l'aria (di montagna, di mare, urbana), una notizia, l'ora del giorno, la posizione del corpo, l'architettura che ci orienta, l’incontro con un altra persona. E sappiamo che, oltre a subire gli stimoli esterni, possiamo respirare volontariamente per trovare calma, per svuotare la mente, per placare il pianto e il cuore - e anche per guadagnare fiato, per correre un pò più a lungo, per gridare più forte, per far uscire l'aria per qualche secondo extra.
La respirazione è volontaria e involontaria allo stesso tempo.
Separa l’espressione ‘prendere aria’ e tienila da parte. Attiva per qualche istante il verbo ‘con-cedere’. Concedi all’aria la possibilità di scivolare dentro i polmoni… e poi la libertà di tornare nello spazio. Può un verbo cambiare il tuo approccio alla respirazione?
Possiamo creare momenti in cui agiamo consapevolmente; ma la respirazione avrà sempre una caratteristica riflessa, che non risponde alla nostra volontà. E questa sua qualità esiste a nostro beneficio. Immagina quanta energia mentale sarebbe necessaria se dovessimo consapevolmente gestire la nostra respirazione tutto il tempo?
Come guidare quindi le pratiche sul respiro?
L’anno è 2001, e il scenario è la città di San Paulo (Brasile). Eccomi lì, capelli corti come adesso, che dopo un laboratorio di improvvisazione teatrale indago al professore davanti a me: ho un problema con la mia voce, cosa devo fare?
Considero quel primo giorno all’università il marco di una ricerca sistematica sulla voce. Da quel momento, ho cominciato a registrare le mie esperienze e ad alimentare la mia collezione degli esercizi che sembravano riverberare positivamente sulla mia voce.
All'inizio, mi sono dedicata sopratutto alle pratiche che mi aiutavano ad espandere l'addome e le costole nell’entrata d'aria. Poi, mi sono aperta alla percezione degli spazi dimenticati - come la regione della schiena -, degli spazi di passaggio - come la faringe e anche degli spazi erroneamente ignorati - come il petto.
Porta l’attenzione alla espressione ‘prendere aria’ che avevi lasciato da parte. Rilassa la faccia e prendi l’aria da naso in modo lento, profondo e denso. Senti che l’aria si fa presente in uno spazio più profondo, quase dietro agli occhi? Lasciala andare. Ripete ancora una volta, trattenendo l’aria dentro il corpo qualche secondo in più, come chi raccoglie dello spazio un profumo incredibile al cui vuole mischiare tutta la propria esistenza. Quanto spazio offre il naso per il passaggio dell’aria?
Mentre consolidavo questo repertorio personale di pratiche, diventavo più consapevole dei meccanismi della respirazione e mi rendevo conto degli errori, anche fisiologici, a cui ero inizialmente affezionata.
Ammetto, per anni mi sono abituata a pensare che nella cosiddetta "respirazione diaframmatica", il muscolo del diaframma si "gonfiasse d'aria" come un palloncino". 😬
E questo inganno non nasce della mancata formazione in biologia a scuola. In qualche modo, quest’idea si è attaccata al mio immaginario, in qualche punto tra il liceo e le prime esperienza teatrale.
Solo con il tempo mi sono resa conto del fatto che nella respirazione bassa1, la pancia si espande non per l'aria che invade le pareti dell'addome, ma perché il polmone quando si riempie, il diaframma va verso giù e obbliga le viscere a trovare uno spazio verso l’esterno, facendo con che la pancia si muova.
Conoscere la propria struttura corporea interna e metterla in relazione con le sensazioni di respirare in modo comodo, di parlare ed essere ascoltatə, di cantare liberamente è una delle strategie più efficace per conquistare voce (e mantenerla).
Indagare con curiosità innamorata il coinvolgimento dei polmoni, delle viscere, della muscolatura e degli spazi interni non mi regala di per sé una voce libera. Ma attivando muscolature dormienti o addirittura sconosciute conquisto la sicurezza di essere di più me stessa, di un essere per intero, di essere da dentro.
Usiamo adesso il verbo ‘svuotare’. Svuota i tuoi polmoni, lascia scorrere senza sforzo tutta l’aria che hai verso fuori. Si consiglia di farlo con un’attitudine banale, disinteressata quase. Senti le costole che si siedono sui polmoni e le viscere che si compattano, si appoggiano una sopra l’altra. Ti scappa qualche secondo in questo riposo, e manco ti accorgi, l’aria rientra nei tuoi polmoni, e riparte tutto il ciclo, da capo.
Qual’è la respirazione corretta?
Come punto di partenza possiamo considerare che, dato che la respirazione cambia a seconda degli stimoli, qualsiasi qualità del respiro è in sè giusto.
Intanto, nel costruirsi della nostra esperienza, ci si presentano modelli, sfide e ostacoli che ci ‘rubano spazi’ e bloccano una gestione della respirazione effettivamente adatta ad ogni momento.
Sensazione di fiato corto quando parli, gola chiusa, poco volume nella voce, stanchezza vocale, sensazione di ‘vuoto di memoria’ in mezzo ad un discorso, difficoltà a fare un respiro profondo… questi possono essere il sintomo di un blocco legato al meccanismo della respirazione.
Liberarsi dei blocchi nella respirazione dovrebbe essere condizione fondamentale a qualsiasi persona.
L’obbiettivo generale deve essere quello di trovare la libertà di occupare gli spazi naturali della respirazione, non contentandosi con niente di meno.
Questo, è vero, è un pensiero che serve quando parliamo del quotidiano. La voce che si allena per la performance (parlare in pubblico, cantare, recitare), richiederà qualche accorgimento in più. Ma il punto di partenza rimane sempre lo stesso - avere gli spazi del respiro disponibili.
Oggi, diamo attenzione (e spazio) ad uno dei meccanismi più difficile da sostenere nella vita quotidiana: la respirazione bassa.
Dal pensiero alla pratica
Entra in connessione con gli spazi del tuo respiro
Sdraiati, lascia i piedi ben appoggiati a terra e le ginocchia piegate. Con la schiena appoggiata a terra, concedi l’aria di entrare nei polmoni (inspira). Poi, solleva tutta la tua schiena dal pavimento, partendo dal bacino fino alle spalle. Mentre ti sollevi, espira emettendo un soffio lungo e denso con il suono di /S/.
Con il tronco sollevato, il corpo in una posizione di ‘mezzo ponte’, lascia l’aria entrare nei polmoni e approfitta questa posizione per espandere la pancia generosamente. Mentre riporti la tua schiena piano piano a terra, espira di nuovo con la /S/, godendo ogni milimetro di movimento realizzato dalla colonna vertebrale.
Ti consiglio di ripetere questa forma almeno 04 o 05 volte.
Cerca sempre di respirare il più densamente, lentamente e profondamente possibile, sentendo che la pancia si muove, si espande e si compatta come un ‘racconto dell'entrata e dell'uscita dell'aria’.
Il video dell’ esercizio verrà pubblicato questa settimana sul profilo Instagram di Autentica. 👉 Clicca per seguire 🔗.
💙 Voci da ascoltare
Nel flusso del tema di questo mese - e affascinata anche dalla potenza che ha il respiro di un’altra persona su di noi, mi viene da consigliare vivamente l’ascolto dell’episodio 👉Nina del podcast Radiolab 🔗.
Ogni puntata di Radiolab nasce da una domanda profonda (e curiosa) e attraverso un’indagine investigativa ci offre delle risposte ‘cucite’ ad innovativo sound design. Ogni episodio è storia, informazione e musica allo stesso tempo.
“Nina” è un andato in onda in giugno di 2020, momento dei protesti contro la morte di George Floyd negli Stati Uniti. Come descrito nel sito “La produttrice Tracie Hunte si è imbattuta in un duetto tra Nina Simone e i suoni della protesta fuori dal suo appartamento. Poi ha scoperto un'esibizione di Nina del 7 aprile 1968, tre giorni dopo l'assassinio di Martin Luther King Jr.”.
L’episodio vale ogni secondo di ascolto. Ma se l’inglese non è esattamente la tua lingua, ti invito ad ascoltare l’episodio dal minuto 7’30’’ al 09’30’’. Per queste 02 minuti, lasciati portare dal sospiro di Nina Simone e di tutto il movimento che lo segue. La lingua non sarà una barriera.
Parole da Scoprire
👉 L’autodeterminazione di una donna coreana che un giorno diventa vegetariana 🔗
👉 Una prospettiva filosofica in carne e ossa. 🔗
👉 Dieci lezioni brevi per comprendere le origini del razzismo e combatterlo 🔗
🙌 Ci vediamo in giro?
Sono a Milano fino a fine Luglio (ad eccezione di qualche scappatela fuori porta nel weekend). Scriviamoci per un caffè, per un saluto di fine primavera, per prenotare una lezione e per condividere degli eventi culturale, già che questa città non si ferma mai.💙
Su Instagram mi trovi sia nel profilo di 👉Autentica 🔗 sia nel mio profilo personale 👉Paula Carrara 🔗 .
Per oggi è tutto! Ci vediamo a luglio!
Si può classificare la respirazione in (almeno) 03 modi, a seconda della zona dove il movimento è più percettibile: respirazione bassa (pancia), respirazione media (costole), respirazione alta (petto). Comunque questa è una divisione didattica. La respirazione però, come tutti i processi umani, appartiene ad una categoria di scienza non esatta, imprecisa e per questa complessa e abissale.